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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime

3     LE ORIGINI DELLA CHIESA

 

 

(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928- pagg. da 20 a 24)

[ I numeri in grassetto  tra parentesi acute <  > indicano le pagine del volume originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano]

Il testo in caratteri color marrone è stato aggiunto all'atto della presente trascrizione

 

 

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Fig.1 - Panorama di Trevi da ovest  (più precisamente da ovest-sudovest)


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Il fianco meridionale della collina rocciosa su cui sorge Trevi (Fig.1) si chiamava in antico la «Costa» o «Costarella di S. Costanzo» da una chiesina che quivi era fino a non molti anni or sono, ora ridotta a serbatoio d'acqua (1). Attualmente quella località si chiama, senz'altro, «la Costarella»; ma, mentre in antico «la Costarella» comprendeva anche il sito dove poi fu edificata la chiesa, questo ora invece prende e per un largo spazio, il nome delle «Lagrime» (Fig. 2).

Le acque piovane che dalla «Costarella» e dal fianco del monte sovrastante alla chiesa attuale scorrevano in basso. formavano un fossato, detto «il fosso dei gamberilli». Oggi si chiama: il fosso delle Lagrime.
(Il fosso a monte -o a nord- della chiesa con le acque che scendevano da Trevi e dal fosso dei Cappuccini, venne deviato più a sud, in seguito alle alluvioni degli anni '30 e '40, confluendo nell'altro fosso a sud del colle dei Cappuccini)

 

 

Fig. 2 -Panorama di Trevi da sud ovest (Il personaggio più anziano in primo piano potrebbe essere l'Autore, Tommaso Valenti)

 

Lì presso sorgeva la modesta casetta di un tal Diotallevi di Antonio Santilli, che per sua devozione aveva fatto dipingere con la data del 3 Ottobre 1133, sulla facciata Nord-Est della casa. una «Maestà»; cioè un' immagine della Madonna col Bambino in braccio e S. Francesco alla sinistra. Ma l'immagine di S. Francesco scomparve sotto le nuove ornamentazioni nelle quali la «maestà» fu racchiusa nel seicento (2). (Fig: 3).

In tutti i documenti, dagli «Annali» del Mngnoni in giù, il proprietario della casa è designato col nome di Diotallevi d'Antonio.
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(1)Valenti T. — Curiosità storiche trevane — Foligno Campitelli, 1922 - pag. 73.

(2)Cfr. più avanti pag: 179.

 

 


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Però il vero suo nome era: Diotallevi Santilli, figlio di Antonio. Col tempo - come spesso avviene - anche il nome di Diotallevi subì metamorfosi e storpiature ; onde anche nei documenti è detto talora Jetallèi, Detallèi, etc.

Era uomo di modesta condizione. Nell'età più fresca fu a servizio (stetit pro famulo). Coi suoi risparmi comprò parecchi piccoli appezzamenti di terra; ed oltre alla casa, dirò così «della Madonna», ne aveva un'altra con palombaro, presso la chiesa di S. Costanzo, che ancora esiste in parte. Possedeva anche qualche casa dentro Trevi ed era proprietario di alcuni capi di bestiame.

Dalla moglie, a nome Maria, ebbe tre figli: Sante, Antonello e Battista. Ed Antonello, a sua volta, ebbe in moglie Lonista, di Antonio Bella, dalla quale gli nacquero due figlie: Lucrezia e Bionda, che fu monaca benedettina in S. Lucia.

Diotallevi Santilli morì nel 1493, probabilmente di peste, che allora infieriva, dopo aver fatto testamento il 9 Gennaio di quell'anno, lasciando alla Madonna mezzo «staro» di terra olivata. Nel Giugno e Luglio successivi fecero testamento il suo figlio Sante e la moglie di questi, Lonista, ambedue sotto la minaccia della peste (1).

Con tali notizie posso presentare alquanto completa la figura di questo modestissimo uomo, che col far dipingere quella «maestà» sul muro della sua casa, fu la cagione prima - sebbene inconsapevole - del sorgere di questa chiesa.

Inutile cercare chi sia l'autore della pittura, che, quantunque artisticamente non sia opera di grande valore, pure mostra i caratteri dell'ingenua e spirituale arte umbra di quell'epoca. Più oltre darò minutamente la descrizione del dipinto, come al presente si vede (2).

 


Fig. 3 - La "Maestà"

* * *

Ora avvenne che il Venerdì 5 Agosto 1485 ci fu chi vide sgorgare dagli occhi di quella Madonna qualche lagrima di color sanguigno. Ma trovo più interessante lasciare la parola al cronista Mugnoni. Esso scrive:
«1485 et addì VI de Augusto die Sabati, me fo dicto et relato che in quella magestà della gloriosa Vergene sempre Maria lì alla casa de Diotallevi de Antonio, da la Costa de santo Costanzo, fo

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(1) Archivio notarile di Trevi - To: 111- Rogiti di Tommaso Gabrielli - f: 12, 193. 213Ivi, To: 68 - Rogiti di Francesco quondam Pietro - f. 175,

(2) Cfr. più avanti, pag. 174.


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veduta essere quella lacrima all'occhio sì sanguinea; et multi dicevano essere anco veduta la dicta lacrima el dj nanti, ciò è de Venardì addì V del dicto mese de Augusto, in nel quale dj quinto d'Augusto è la festa de santa Maria. de la neve. Dicese da poj essere appariti multi miracolj ad chi ad dicta immagine o vero figura de la gloriosa Vergene Maria s'è recommandato. Veramente se porria chiamare S. Maria delle lacrime. Fo depinta 1483 et die 3 Octobris in die festivitatis sancti Francisci» (1).

Ecco narrata, con l' ingenua sincerità del cronista, l'origine prima di tutta una serie di avvenimenti sacri e profani, storici ed artistici, che a noi hanno lasciato tanto retaggio di memorie e di monumenti.

 

* * *

La data del miracolo è, dunque, con precisione indicata nelle parole del Mugnoni e confermata da altri documenti dell'epoca. Ma con tutto ciò gli storici, che più o meno seriamente si sono occupati dell' argomento, non hanno saputo trarre partito da indicazioni così chiare.

E bastò che il Pennotti per primo stampasse che il fatto miracoloso della Madonna delle Lagrime era avvenuto nel 1494 (2), perchè altri cadessero in errore.

Così nell'archivio del Comune di Trevi sono «due goffe relazioni storiche su l'origine della Madonna delle lagrime», come dice il catalogo (3).

Una di esse narra che il miracolo avvenne «circa il 1486». L'altra lo fa invece risalire al 1448! Per fortuna si tratta di poche pagine, altrimenti chi sa quanti altri errori sarebbero stati ammanniti all'ingenuità dei posteri! E, a dir la verità, non varrebbe la pena di confutare tali meschini documenti ; ma poiché hanno avuto l'onore di essere conservati in un pubblico archivio, ho creduto necessario mettere in guardia chi, in avvenire, li avesse sotto gli occhi. Poiché potrebbe anche altri esser tratto in errore; come avvenne, ad esempio, al cardinale Durazzo, che in una sua «informativa» del 25 Ottobre 1692 scriveva al papa Innocenzo XII di una «imagine di Nostra Signora che si trovava in una cappelletta . . . e si pnbblicò che lagrimasse; il che si dice che accadesse nel 1494» (4).

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(1) Cfr. Mugnoni - Annali, ad annum.

(2) Pennotti Gabriele - Generalis totius sacri ordinis clericorum canonicorum regularium historia tripartita - Roma, Tip: della Camera Apostolica, 1624, pag. 707.

(3) Archivio delle 3 chiavi - Trevi - N. 219.

(4) Archivio di S. Pietro in Vincoli: Libro dei meinorialí,


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Ma, v'ha di peggio! In tempi recentissimi l'ignoranza di ciò che riguarda la nostra chiesa era arrivata al punto, che nel Dicembre 1840 il comune di Trevi, nella domanda che presentò al papa Gregorio XVI, per la fondazione di una cappellania perpetua alle «Lagrime», scriveva: «Correndo l'anno 1400, a custodire decentemente una miracolosa immagine», etc.! (1).

* * *

La Madonna, dunque, pianse. Inutile cercare spiegazioni naturalistiche del fatto. Ammettiamolo senza discuterlo. Riportiamoci, piuttosto, a quei tempi e troveremo che il miracolo, per lo meno, si rinnovò nell'entusiasmo mistico del popolo, che in quegli anni di carestie, di guerre, di pestilenze, verso ogni manifestazione sopranaturale, o che tale fosse creduta, tendeva tutto l'animo suo esulcerato per le passate sventure e trepidante per le nuove, come verso l'unico raggio di speranza in tanto buio calamitoso.

E alla Madonna «delle Lagrime», poiché così fu chiamata fino da allora, cominciarono ad accorrere i fedeli: da, vicino dapprima, più da lontano in seguito. Tanto che fu necessario affrettarsi a costruire il 17 d'Agosto - pochi giorni dopo la manifestazione - una piccola, cappella. Il 21 dello stesso mese questa era compiuta, e col permesso del vescovo di Spoleto - che era Costantino Eroli, da Narni vi celebrò la messa il più vecchio dei canonici del duomo di Trevi a nome D. Costantino di Continello (diminutivo di «Conte», nome proprio) Lucarini (2). Esso fu anche accompagnato da solenni processioni, come racconta il Mugnoni.

La nuova cappellina provvisoria era stata addobbata a festa con drappi e veli, donati dai fedeli. L'altare era coperto di una tovaglia «Malfectana» (3); dinanzi all'altare un «palio» di seta verde. Avanti
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(1) Archivio Comunale di Trevi - Busta: Chiesa delle lagrime.

(2) Costantino di Continello Lucarini non ancora sacerdote fu investito di un canonicato nella chiesa di S. Emiliano, dal priore di questa D. Nicola Puccioli il 29 Settembre 1431, in sostituzione di un Nicola Mancini, che, dopo aver goduto per dieci anni di quel beneficio non si decideva a farsi prete! Archivio notarile di Trevi - To: 29 f. 143  Rog. di Antonio di Ser Bartolo.

(3) Ho molto, ma inutilmente fin qui, cercato il vero significato di questa parola, che, senza dubbio, indica il luogo d'origine di quei tessuti di tela, che andavano sotto il nome di tovaglie «Malfectane», dalla città dove si fabbricavano. Amalfi?  Molfetta? Forse Melfi? Trovo nelle «Riformanze» del comune di Trevi (8 Marzo 1476) nominato il cardinale «Malfecta» che era Gio: Battista Cibo, vescovo di Melfi; il futuro Innocenzo VIII.

 


<24>
all'imagine pendeva una stoffa di seta celeste damascata, con fregio d'oro e con scagliette d'argento. In mezzo, una raggiera di broccato d'oro.

Anche le pareti erano ricoperte con stoffe di seta celeste. E dinanzi all'altare ardevano numerosi ceri (1).

Furono questi i primi onori che i devoti resero alla venerata imagine.
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(1) Archivio delle 3 chiavi - N. 155 - f: 2.

 

 

 

 

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(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928- pagg. da 20 a 24)

 

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