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Famiglia Palmucci

La famiglia Palmucci era originaria dalla balìa di S. Angelo, ora Cannaiola, ove possedeva molti beni e anche dopo trasferita a Trevi, (vedi Casa Palmucci, in Via Fantosati) veniva, come d'uso, registrata nel Catasto di quella balìa.

Il vecchio patriarca Marco Palmucci così viene descritto dal Mugnoni "1484. Et par digno de grande memoria che Marco de Palmucio de età de appresso de novanta annj, vecchio et persona de grande statura che pare una maestà, capo de famiglia, che dixe lì che erano tanti in casa che volivano el mese octo some de grano per magnare, che omne anno montava some novantasey". 

Fu contestabile generale nel 1459, deputato pubblico al nuovo Monte di Pietà (uno dei primi Monti in assoluto) nel 1469 e deputato pubblico al disseccamento dei paduli, nel 1477.

Stemma della Famiglia Palmucci
Trevi - Casa Palmucci - stemma- (inedito -Foto 7/99) 
Nel cartiglio: "RAYMVNDVS PALMVTIVS" 

Tommaso risulta tra i deputati per trattare la pace con Spoleto in merito alla secolare disputa del Castello di S. Giovanni, costruito dai Lambardi di Trevi e dovuto cedere definitivamente a Spoleto nei primi del 1500. Fino all'ultimo i Trevani hanno cercato di contrastare questo passaggio sanzionato anche dal Governo centrale e Tommaso Palmucci fece parte della delegazione inviata alle esasperanti trattative come rappresentante del "terziere del Piano".

Francesco, dottore, figlio di Emiliano, deputato del comune nella Compagnia della Misericordia (1570) risulta essere capo famiglia nel 1573, come suo fratello Rinaldo e pertanto all'epoca probabilmente esisteva un'altra casa Palmucci.

Raimondo, dottore, forse pronipote di quel Raimondo ricordato sulla facciata della casa, fu attivo nella prima metà del Seicento; risulta deceduto prima del 1662.

Mons. Emiliano, figlio del suddetto Raimondo, scrisse un dramma sulla passione di sant'Emiliano, primo vescovo e patrono di Trevi. Ebbe molti incarichi governativi in vari luoghi. Con la sua morte (1684) si estinse la famiglia, almeno nel ramo principale poiché, come detto sopra, esistevano altri rami cadetti.

Infatti nel 1722 la cappella di S. Venanzo nella chiesa di S. Biagio della Fratta (allora castello di Trevi, ora frazione di Montefalco) risultava ancora jus patronato della famiglia Palmucci.

A ulteriore dimostrazione del notevole rango della famiglia c'è da ricordare i vari matrimoni contratti da suoi membri con altrettanti soggetti delle più illustri famiglie trevane quali i Petroni, i Ricci e i Valenti.

 

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Aggiornamento: 02 agosto 2019.