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Le memorie francescane di Trevi

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(D. Aurelio Bonaca, Le memorie francescane di Trevi, Estratto da Studi Francescani, Anno XIII, n° 1, Firenze, 1927- pagg. 61)

 

I parte: EPISODI DELLA VITA DI S. FRANCESCO

§ 4. - Frate Leone libera un carcerato

 

Il fatto ci viene narrato da Fra Bartolomeo da Pisa con tutta semplicità1.

Un cittadino di Trevi era stato gettato in carcere per ordine del Duca di Spoleto. Quale fosse il reato commesso non è detto, né ai fini del racconto era necessario dirlo. Quel poveretto, visto venir meno ogni aiuto umano, pensò che solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo. E con tutte le forze dell’animo suo cominciò a raccomandarsi a Frate Leone, pecorella di Dio, "qui morabatur in Portiuncola Beati Francisci". Ed in pieno mezzogiorno Frate Leone apparve nel carcere, liberò miracolosamente che tanto aveva confidato in lui e lo condusse a S. Maria degli Angioli perché ringraziasse S. Maria delle Candele, la sola a cui doveva attribuire il prodigio della quale celebravasi in quel giorno la festa2.

Questo è il racconto di Fra Bartolomeo da Pisa in tutte le sue parti, oppure dobbiamo sfrondarlo di tutto ciò che apparisce poco verosimile?

Le narrazioni di quel che fecero il Poverello e i suoi Discepoli sono circondate di tale soavità, di tale ingenua semplicità e soffuse di un amore cosi elevato verso il Maestro, che io non oso discuterle e preferisco lasciarle quali sono. Le virtù che si manifestavano in S. Francesco e nei suoi Frati balzan fuori evidenti da quei racconti anche quando ci appariscono poco verosimili nei loro particolari, e noi dobbiamo esser paghi di questo; certe volte fare o cercare di più sarebbe una profanazione!

Dal racconto di Fra Bartolomeo da Pisa a me basta trarre una sola conclusione, che è anche la conclusione di tutta questa prima parte del mio studio: che cioè la nostra città di Trevi era frequentata da S. Francesco e dai suoi primi Discepoli, i quali vi svolsero la loro alta missione e vi lasciarono tracce talmente profonde, che non saranno mai cancellate.

 

 

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Aggiornamento: 27 aprile 2017.
Note
1) Analecta Franciscana, De conformitate etc., Lib.1, Pars II, pag. 192. Quaracchi 1906.
2) Le parole riferite dal Da Pisa sono queste: «Non mihi, sed beatae Mariae de Candelis, cuius est hodie  festum, gratias referas, quae te liberavit». Il fatto avvenne adunque il 2 febbraio, nel qual giorno si celebra la festa della Purificazione della Madonna, festa detta comunemente della Candelora.