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Poeti locali

Giovanni Battista Lalli.1

 

da Poesie Nuove ... dedicate all’Eminentissimo, e Reverendissimo Sig. Cardinal Borghese
pag. 73


A Monsignor CONTILORO,
dando conto del suo arrivo al governo, e del bel sito, e pregi di Trevi

 

Dopo l’espettative, e lunghe, e grevi,
Vostra mercè, Mosignor Contiloro,
Son giunto pur, in carne, e in ossa a Trevi.

E pur ridotto al fin questo lavoro,
Soscritta la patente BARBERINO,
Con quella man, ch’io riverente adoro.

Con quella man, ch’in vero hà del divino,
In conceder gratie, hora che siede
Al Santo Papa Urban così vicino.

Fra un pelago di cure non mai stanco,
(Crepi l’invidia) ei supera il valore
Di due figli immortai d’Ostilio, e d’Arco.

E converrà, ch’il Mondo un dì l’ardore,
Mentre havrà bianco e venerando il crine,
Come hor l’ammira di sua età nel fiore.

A le prerogative pellegrine
Torno di Trevi, che non son concesse
Ad altre terra in questo human confine.

Il Fondator di Trevi un sito elesse
Il più bello, il più ricco, il più giocando,
Che in questo Clima d’ogni intorno havesse.

Che dico questo Clima? In tutto il Mondo
Non potria trovarsi il più bel Cielo,
E di Celesti grazie il più fecondo.

Qui soverchio non è caldo, né gelo;
L’aria è sempre salubre, e temperata,
Né può la nebbia qui nuocerci un pelo.

S’altrove infuria la stagione armata
D’horrido ghiaccio, e con furor spaventa
La sottoposta à lei fiacca brigata;

Qui non è mai, che rigor troppo senta;
E fra queste delitie, e casti amori,
Vive la gente ogn’hor lȉeta a contenta.

Questa da vari, e nobili Scrittori
Città si noma, Emiliano il Santo
Connumerato vien tra’ suoi Pastori.

V’è la sua Chiesa, e di bellezze ha il vanto,
Con Priore, e Canonici à l’Altare,
Di ricco, adorno, di pretioso ammanto.

Lontano poi, San Fabiano appare,
Del titol pure di Priore adorno,
Con paramenta sontuose e rare.

V’è il ricco Monastero, ove soggiorno
Fanno i Monaci illustri Olivetani,
Cinto d’alte muraglie intorno intorno.

Quivi l’Abbate con le sacre mani
Sostiene il Pastorale, e il crin circonda
Di mitra, intento a’ sacrosanti arcani.

La Chiesa v’è magnifica, e gioconda
De’ Canonici pij Lateranensi,
Che d’ampie gratie in ogni tempo abbonda.

E qui, con quel decor, che più conviensi,
Ha il proprio Avello il Cardinal Valenti,
Che Trevi ornò di benefitij immensi.

Vi sono poscia al divin culto intenti
Luoghi infiniti d’ogni sesso, e a gara
Lodano Iddio con infocati accenti.

Han qui d’olio e di vino una fiumara,
Che à poco à poco si converte in oro,
E doppioni ne cavano a migliara.

Copia non v’è d’infruttuoso alloro,
Ma pien d’Olivi, e à Cerer grato, e à Bacco,
Un palmo di terren frutta un tesoro.

Nessuno à Trevi mai di borsa è fiacco,
E à la vendemmia grassa, & a la messe,
Titti di matti scudi empiono il sacco.

Venere quivi il proprio seggio elesse,
Ma Vener casta. E al dilicato aspetto
Di belle Donne il proprio volto impresse.

Qui Giove e Marte han posto il proprio oggetto
Ne gli huomini, valenti in toga, e in armi,
E tutto il ricco è qui, tutto il perfetto,

V’è una gran Torre, v’è di fini marmi
Una bella fontana, una piazzotta,
Che in ogni tempo più abbondevol parmi.

E quivi ogni otto dì corrono in frotta
Le genti forastiere à un bel mercato,
E robba in quantità ci vien condotta.

Quindici Ville ha Trievi avventurato,
E con suoi forti, e ben munite mura
Cinque Castelli in nobil sito, e grato.

Io mai non finirei per aventura,
Se volessi contar ciò, che ha di bello
Questo sito per arte, e per natura.

Ma taccio per non rompermi il cervello,
E mi rivolgo à Voi, Monsignor mio,
Su le vostre ali alzandomi bel bello.

Voi d’erudition sembraste un Rio,
Quando il gran BARBERIN Bibliotecario
Vi diè sua vece, e il valor vostro aprio.

De la Camera poscia Commissario,
Mostraste co’l valore anco la fede,
Che convien nel maneggiar l’Erario.

Quindi il Padron, di gran giuditio herede,
Segretario vi fè de la Consulta,
Dove hor n’andate innanzi di buon piede;

Ed io mi fermo; e pregovi, post multa,
Che del Padrone à la beneficenza
Mi raccordiate, s’alcun mai m’insulta,
Scudo mi siate appresso SUA EMINENZA.

08Y

 

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Note

1) Giovanni Battista Lalli di Norcia, 1572-1637 è un poeta italiano consciuto soprattutto per lo stile giocoso delle sue composizioni. Dottore in diritto, ebbe incarichi di governo in varie città dell’Italia centrale, fra cui Trevi e proprio nell’occasione dell’insediamento nella nostra città compose i versi qui riportati.