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Don Eugenio Venturini

 

Parrocchia di Santa Croce in Trevi. Memorie

 

pagina in elaborazione

 
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[CAPO 16°]  -   IL LEGATO LUPACCHINI E LA CHIESA DI S. ANTONIO

 

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Nota:Tra parentesi acute < > è riportato il numero della carta (foglio). Eventuali parole divise tra due pagine sono state trascritte per intero nella pagina che precede.

 

Il testo in colore, tra parentesi quadre  [   ] è stato aggiunto all'atto della trascrizione

 

 

 

 

In questa parrocchia avvi l'amministrazione del Legato Lupacchini, la quale è addossata al Parroco. Qui intendo solo di notarla in maniera distinta, perché è un ente che in oggi appartiene alla Cura. Non intendo però di venire qui al dettaglio della medesima perché, in quanto all'istituzione del legato già se ne è parlato al N°. 46 [canc.], pag: 65. In quanto al regolamento amministrativo, questo si ha nell'apposito libro con altre delucitazioni.

 

 

Anche la piccola Chiesa di S. Antonio spetta a questa Chiesa parrocchiale, come filiale di essa. Anche di questa nulla ho più d'aggiungere a ciò che o detto nella Memoria su di essa posta in calce al Triduo di S. Antonio, già fatto anni indietro, e che oggi mi sono indotto a metterlo in istampa per una qualche necessità dei miei occhi, e anche per comodità di chi mi succede, se crederà di seguitare a tener quel sunto biografico del Santo. Se non gli piace, come posso supporre, lo butti nel fuoco; ma mi scusi se non ho saputo far meglio, in vista della buona volontà che ho avuto, come o fatto anche pel triduo di S. Vincenzo per Parrano con altre preghiere per funzioni di circostanza.

 

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LA CONGREGAZIONE FILIPPINA

Nel corso di questa Memeoria si è potuto vedere che la parrocchia di S. Fabiano per più secoli dalla sua origine è stata misera di ogni pia istituzione che la corredasse. Dalla soppressione della Congregazione Filippina essa ebbe ad impinguarsi, chiamata ad ereditare la spoglia di quella. Allora, tre Cappellani coi relativi benefici e la quarta Cappella incorporata nella prebenda parrocchiale; allora la Messa quotidiana col dodalizio del prelegato Costa; allora, lasciata l'antica, oscura, umida chiesa ed eccentrica con l'acquisto di due chiese, l'una di S. Filippo l'altra di Sª Maria in Sion,; allora finalmente accresciuta l'ufficiatura e il culto della parrocchiale. Questa dunque ebbe bene a giovarsi della Congregazione Filippina. A compimento dell'opera potrà riuscire di qualche interessamento il tracciare una qualche memoria di questa Congregazione, della quale altrimenti andrebbe forse perduto anche il ricordo.

   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   

 

 

 





 
1. S. Filippo Neri, l'Apostolo di Roma, quivi nel 1575 fondò la Congregazione da lui chiamata "dei Padri dell'Oratorio" allo scopo di promovere negli ecclesiastici la pietà e sovvenire ai bisogni spirituali del popolo. La istituzione si propagò quindi nella nostra valle Umbra: Perugia, Spoleto, Montefalco, Foligno. in quest'ultima verrà introdotta con Breve Apostolico dal Servo diDio Gio. Battista Vitelli, già discepolo del Santo. membro dellla medesima per il P.e Cesare Vitelleschi, morto di poi anch'esso in odore di santità, talché ne furono iniziati i progetti informativi per la canonizzazione. Questo ispirò ad alcuni ecclesiastici di Trevi di abbracciare un tal istituto; e nel 1642 vi fondò la Congregazione sotto il titolo di Maria <127v> Assunta in cielo e sotto il Patronato di S.Filippo, ad imitazione dell'altra di Foligno, con i capitoli in molta parte da quella desunti. Si compose dapprima [d'apprima] di otto sacerdoti: Don Antonio Antichi, Don Corrado Ricci, il dottore don Fabio CVeli, don Giovanni-Antonio Costa, don Flaminio ****, don Venturino Boarini, don Carlo Amici, don Francesco Mandarini. In appresso furono aggregati don Loreto Pontani, don Gismondo Lucarini , don Carlo Poli. La Congregazione fu inaugurata il 29 Agosto 1642 dopo il vespero della Collegiata nella Chiesa di Sª Reparata. Questa sorgeva a poca distanza ad sud-ovest del Collegio Lucarini. Già da molto tempo destituita [distuita] di ogni officiatura e quasi deserta, circa il 1854, per la costruzione della nuova strasda, quella che conduce alla stazione locale della Ferrovia, subì una totale demolizione, ad eccezione di una Cappellina in cornu evangelii, che in oggi forma l'edicola, unico superstite avnazo di Essa. Nel 1647 la Congregazione venne canonicamente approvata dal Vescovo Mon: Castrucci. era diretta da un rettore, un compagno (può credersi vicario) da due consiglieri, e amministrata da un camerlengo: tutti elegibili a due mesi, e di poi ad altre varie durate.
 
2. Nell'esordimento in deficienza di ogni fondo le suppellettili furono provvedute mediante contribuzioni degli aggregati. Quindi cominciò un priomo cespite di patrimonio che andette man mano dilatandosi. Donna Madsdalena Merroni di Saluzzo, moglie di Francilli da S. Luca, prima del 1649 divise il suo asse ereditario tra la Congregazionee e la Chiesa di S.Antonio, msa ne resta ignoto il valore. Filippo Valenti col suo testamento a rogito di Giacomo Simoncelli del 7 Maggio 1648 lasciò alla Congregazione un legato di scudi dieci ad anno in perpetuo. Lo che poi venne eseguito da suo nepote Giacomo Valenti, governatore delle armi in Urbino, a condizioni però che il Sodalizio si costituisse con fermezza, altrimenti alla Compagnia del Corpus Domini <128> (il Sagramento) Ma due anni dopo fu grandemente avvantaggiato l'istituto dalla pietà di Antonio Costa. Il 24 Gennajo 1650 per gli atti di Frncesco Celli fece il prelegato di scudi 1500 a favore della Congregazione con l'onere del mantenimento di due Cappellani nella Chiesa di S. Filippo con l'annua retribuzione di scudi 20 ciascuno e di altri scudi 20 per le spese di culto; e di più di una dote a una giovane dei tre villaggi Coste, Manciano e Ponze di scudi 50 da formarsi tal somma con l'accomulamento dei sopravanzi di più anni. Non pago di tutto ciò, il 22 Dicembre dello stesso anno per gli attti del medesimo Celli testò la sua eredità, metà alla Congregazione e metà al suo nepote Luca Costa da Manciano. Dopo di che moriva il 24 Gennqajo 1654. La divisione però della sua eredità aprì l'adito ad un gran dissidio tra i due Eaadi, la Congregazione da una parte, dimone e fratelli figli di Luca dall'altra. Venne poi composto con una transazione. Il 3 Dicembre 1659 Gentile Catasti e sua madre cedettero alla Congregazione un censo in sorte di scudi 25. Finalmente Innocenzo X, il quale con Breve del 1663 soppresse il Conventino di S. Antonio da Padova, i beni, le vendite e le suppellettili della Ciesa, tutto concesse alla nascente Congregazione dell'Oratorio.

3°. La Congregazione nel suo nascere incominciò la sua officiatura in quella di S.ta Reparata, situata, come era in allora, in un posto appartato, non eccentrico e libera da ogni altro occupante. Però con animo diy mera provvisorietà, percé pensò subito a farsi una propria Ciesa dedicata a S. Filippo. Nulla si a dell'archivio dell'impianto di questa fabbricazione, ma da una risoluzione del 19 9bre 1645 si a ce fu deliberato di riassumere las fabbrica <128v> nel luogo incominciata, cioè, vicino alla porta del Fiscale, e dai mandati di pagamento si rileva che nel 46 fu continuato il lavoro con molta alacrità. al che dette un'impulso potente la pia generosità dello opulentissimo Filippo Valenti il quale a questo scopo elargì scudi cinquecento. E già fino dal 44 si era compito il quadro della Vergine Assunta in Cielo , dipinto da Girolamo Marcelli pel prezzo di scudi 22.
Si nota poi che la porta del fidscale, superstite fino all'anzidetta costruzione della strada nuova, stava non molto più giù di S.ta Reparata, precisamente all'imbocco della Via del Fiscale, la quale venne così denominata da Benedetto Valenti proprietario del palazzo sottostante, il quale era l'avv.to fiscale della Curia romana. E per altro a credersi che la fabbricazione di questa Chiesa restasse tralasciat, perché don Antonio Costa convertì la propria casa nella piazzas della Rocca in quella ciesa tuttora esistente, ce si denomina di S. Filippo. E il 15 Maggio 1648 il Vescovo di Spoleto, Mons: Castruzzi ne fece la benedizione.
La nuova Chiesa di S.Filippo non restò sempre la sede della Congregazione, poicé rileviamo che prima del 1674, ma senza data precisa, la stessa Congregazione, forse indotta dalla angustia di Essa e dei suoi annessi, acquistò un caseggiato nel centro della Piaggia della città per edificarvi una nuova ciesa e trasferirvi la sua residenza. E tal caseggiato è appunto quello che si denomina ancora da quel tempo la Ciesa Nuova, appartenuta già al Cardinal Erminio Valenti e di sua abitazione, e dipoi passato a Maria Vaelnti (credo sua nepote) maritata al capitano Pompeo Bennati di Montefalco, e in ultimo a Lavinia figlia della stessa Maria, conjugtata a Romolo Valenti. E questi ultimi insieme ad uno dei loro figli don Erminio ne fecero la vendita pel prezzo di scudi 450 al Sodalizio, il quale operò la compra senza punto chiederne <129> licenza all'Autorità diocesana, dalla quale immediatamente dipendeva. E ben presto eresse uno altare nella sala che fu convertita in chiesa. Tal vnedita suscitò poco appresso una gran contesa tra la Congregazione stessa e un'altro figlio di detti conjugi, il quale reclamava la rescissione del contratto come invalido, perché il casseggiato, vincolato da fedecommesso, non era punto per loro facoltà alienabile. Finalmente la contoverzia con grande deprimente della Congregazione venne concilaiata con una transazione, per la quale otto stanze furono cedute all'Attore. A questa nuova Chiea fu daro il titolo ecclesiastico di Santa Maria in Sion, e dal volgo quello di Chiesa Nuova, tuttora superstite benché non più chiesa; esteso poi questo titolo a quella piccola contrada.Verimente di tale intitolazione ecclesiastica non si potrebbe da me rendere ragione. La Congregazione era dedicata alla Vergine Assunta in Cielo sotto la protezione di S.Filippo. L'Ascenzione che rapporto ha col Sion, il monte su cui David eresse la reggia, e Salomone il Tempio? Meno che quei buoni preti l'avessero fatto per alludere al luogo dell'Ascenzione, perché la tradizione ritiene che Maria morì sul Sion, e fu seppolta nella sotto sstante Valle di Giosafat non lungi dal Getsemini. Così la Chiesa della di S.Maria in Sion, addivenne la nuova terza sede della Congregazione, che praltro continuò per alcun tempo a possedere quella di S. Filippo.
 
4°. La Congregazone esordita con prosperi auspici sotto l'ispirazione del Venerando Vitelleschi, e col compiacimento e il concorso del pubblico, per più anni mantenne lo spirito della sua istituzione, ma non raggiunse il compimento di essa. al fervore dello zelo successe il deleterio del rilasciamento, e con questo il discredito e il disgusto presso il pubblico. Principale autore dello sca-<129v>dimento sembra essere stato don Giacomo Lambardi. Uomo ignorante e presuntuoso intraprese a fare degli esercizi spirituali ora in una chiesuola ora in altra, nei quali frammischiava errori e perfino eresie, delle quali dovrà occuparsi perfino l'inquisizione. S'ignora come poi finisse [fenisse], ma si sa cha a lui successe don Giovanni Francesco Mandarini, buono in fondo ma di un carattere crudo, ipocondrito e dissubligante atto ad infonderemalumori e dissidi. E questi ultimi turbarono talmente l'ordinamento e la concordia dell'associazine, che poi non fu più possibile il riconciliare la discordia degli animi. La coabitazione e la convivenza che doveva essere il compimento dell'associazione, non più si operò. Le disposizioni del Costa vennero neglette e ritorte a peggiore uso. Gli esercizi di religione talmente trasandati che in luogo dei membri dell'istituto, o di loro [assenza, canc.] mancanza, si cominciarono a predicare dai ragazzi cha, pratici [pradici], perché prima li avevano frequentati. Nello scadimento così vituperevole della Congregazione il Cardinale Facchinetti nepote di Urbano VIII, e Vescovo di Spoleto, con decreto del 25 Ottobre 1675, disciolse gli attuali di lei Membri, non però soppresse l'Ente, e commise la direzione dell'Oratorio al Mandarini e l'Amministrazione dei beni al Vicario Foraneo.
 
5°. La catasrofe della Congregazione porse a don Crispoldo Paolelli parroco priore della Chiesa di S. Fabiano nella Piaggia della città, che da trentuno anno la reggeva, ed era anche stato Vicario della Prefettura di Norcia, l'occasione di avvantaggiare di molto la sua Parrocchia, ed egli seppe, pur troppo bene prevalersene. Presenta istanza a Clemente X ed ottenne di trasferire la sede della Cura dalla Chiesa di S. Fabiano, angusta, oscura, deforme, insalubre per umidità, incomoda al popolo per eccentricità di situazione, a quella di Sª Marisa in Sion; e di più incorporare alla stessa Parrocchia tutti i beni della stessa quasi spentas Congregazione. Che il prele<130>gato Costa restasse immutato, come nella sua istituzione e gli altri beni si convertissero nella erezione di quattro Cappelle, da conferirsi a quattro soggetti, uno dei quali fodde lo stesso Parroco pro tempore. E i quattro Cappellani dovettero adempiere tutti gli esercizi di operee spirituali, che erano state proprie della Congregazione, e finalmente coadiuvare il Parroco nella cura delle anime. E il Pontefice con breve del 16 Luglio 1676 dispose e scancì a seconda della domanda. E così tutta la proprietà della Congregazione restò devoluta alla Parrocchia, e fu fatta la traslazione della Chiesa Parrocchiale, la quale assunse il doppio titolo dei Santi Fabiano e FIlippo in Sª Maria in Sion. In tale devoluzione restò compresa anche la Chiesa di S. Filippo nella piazza della Rocca; ma in appresso venne ceduta alla Compagnia delle Stimmate, la quale in ricognizione impose l'annuo perpetuo canone a favore della Ciesa dei Ss.i Fabiano e Filippo, di due libre di cera lavorata, quale tuttora viene soddisfatta. Qui piace annotare che nella Sagrestia di questa Chiesa di S.Croce esiste un piccolo dipinto in tela e un semibusto, che senza fallo dovevano appartenerze alla Congregazione. Dai tecnici il quadro viene giudicato lavoro artistico pregevole, fedele ritratto del Santo.
Il Mandarini con altri pochi fautori della battuta Congregazione si dette moto a lanciare a Roma l'eccezioni di obrettizio e subrettizio al Breve; ma i loro conati restarono conquisi sotto l'incubo delle verità da loro contestata.

 
appendice
<68v>

[Grafia d. Aurelio Bonaca]

[Nel 1932 l'ipoteca per assicurare il censo Lupacchini era scaduta e nessuno aveva pensato a rinnovarla. Nel 1937 il Sig. Quintili Ercole, a cui carico era il censo stesso, dichiarò di non voler più oltre pagare e domandò il rimborso delle annualità pagate dopo scaduta l'ipoteca.
Dopo trattative il Qquintili riconobbe di dover pagare ancora e chiese l'affrancazione del censo. In data 22 giugno 1938 scrisse la seguente lettera:
Spett.Prof.D.Aurelio Bonaca
Priore di S.Croce Trevi
In riscontro pregiata V. del 7 corrente invio assegno della Cassa di Risparmio di Terni N. 0.960.963.5 di lire 2685.10 a saldo capitale e einteressi del Censo Lupacchini.
Nell'inviarmo la quietanza avrò grato se con essa sarà richiamata la delibera della Curia autorizzante l'estinzione del Censo, nonché ti... dell'atto costitutivo del censo medesimo.
Distinti ossequi.
             f.to:-Quintili Ercole.
<69>
Fu rilasciata la seguente quietanza:
<< Io sottoscritto, priore di S.Croce in Trevi, dichiaro di aver ricevuto dal Sig. Quintili Ercole da Torre Orsina, domiciliato in Terni, Via Tacito N.39, a tacitazione completa di ogni suo dare a questo Priorato (salvo le spese e diritti per la cancellazione del corrispondente articolo di imposta Ricchezza Mobile la somma di £.2685.10 (dico lire duemilaseicentottantacinque e cent. dieci) per quanto appresso:
1°- Sorte (capitale) del censo Lupacchini creato con atto del notaio trevano Giambattista Fontana del 30 settembre 1847 a carico di Pietro Lorenzoni di Torre Orsina ed ultimamente a carico del Sig. Quintili Ercole £. 2128.00
2°-Aumento del 5% (R.D.L. 11-7-1925 n.998 Art.10) £. 425.60
3°-Interessi e rimborso R.M. primo semestre 1938 £. 92.25
4°-Conto presentatomi dall'Avv.Merli Giuseppe per esame, corrispondenza, conteggio, ecc. £ .39.25
                                                     _____________
Totale £. 2685.10
Trevi, 25Giugno 1938 - XVI.
f.to:- D.Aurelio Bonaca
Priore di S.Croce.>>
Fu rimessa a S.E.R.ma Mons. Arcivescovo la somma di £. 2553.60 perché sia rinvestita in cinque titoli di Stato elencati a pag.116 di questo libro che danno la rendita netta di £. 135, da cui però bisogna detrarre la tassa in favore dell'Ufficio Diocesano. I premo sono stati fissati in £.70 per le femmine e in £.6O per i maschi, da mettersi in un libretto di Banca vincolato fino alla maggiore età.-
Per il 1939 i premiati furono:
Vincenzo Morosini di Pietro, per i maschi
Lina Antonini di Antonio
Paola Bompadre di Vincenzo
Queste due ragazze, avendo ambedue meritato il premio, ebbero metà del premio stesso, cioè £.35 ciascuno. I libretti furono emessi <69v> dalla Banca Popolare Cooperativa di Spoleto, Agenzia di Trevi.
 
 
 

 
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