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Don Eugenio Venturini

 

Parrocchia di Santa Croce in Trevi. Memorie

 

pagina in elaborazione

 

 

<120>

CAPO 15°  -   L'OPERA DELLA CHIESA DI Sª CROCE

 

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Il testo in colore, tra parentesi quadre  [   ] è stato aggiunto all'atto della trascrizione

 

 

 

7

 

 

 

 

 


 
La Chiesa [Chesa] Parrocchiale, dopo la sua secolarizzazione, sembra che originariamente nulla avesse per suo patrimonio, come pur troppo accadeva disgraziatamente di molte altre; lo che faceva si che, mancando il necessario provvedimento al culto, questo veniva miseramente e perciò indecorosamente esercitato, restando per la parte necessaria e indispensabile a carico del rispettivo parroco, generalmente povero altrettanto ancor'esso. E questo poi avveniva quando un terzo almeno dei beni nazionali erano i n possesso del clero, il quale poi per di più godeva l'immunità dalle pubbliche imposte.
Questa chiesa ebbe una prima risorsa al tempo della prima traslazione della sede della Parrocchia di S. Fabiano a S.ta Maria in Sion. raccogliendo allora l'eredità della soppressa Congregazione Filippina, ebbe la soddisfazione del Prelegato Costa e con esso l'annua prestazione di scudi venti. Sebbene questo non già come un reddito largito alla Chiesa ma in ragione di compenso dovuto per l'uso e il consumo del necessario alla celebrazione. Nella istituzione del prelegato trovasi disposto che il suo amministratore venga retribuito di scudi cinque ad anno. Pel più volte citato decreto di Mons; Canali, i cinque scudi, tolti all'amministratore, furono assegnati alla sagrestia.
 
Inoltre, siccome poco appresso la Chiesa di S. Filippo con l'annesso locale, venuto in proprietà del-<120v>la Chiesa [Chesa] dei Ss. Fabiano e Filippo, da questa di poi caduta alla Compagnia delle Stimmate, ad essa fu imposto a favore di quella l'annuo canone di libbre due di cera lavorata, pari a grammi 666. Canone che in oggi è dovuto alla Congregazione di Carità per lo Ospizio degli Invalidi, al quale è passato il piccolo patrimonio delle Stimmate, dopo che quella Compagnai, dichiarandosi sciolta, glie ne fece la cessione. Si avverte poi che il prezzo della cera fino ai nostri tempi di non molto trapassati era di baiocchi trentacinque. L'opera della Chiesa continuò con questa tenuità fino alla seconda traslazione. Nell'occasione di questa fduplicò il suo provento, e questo mercé le cause e l'attitudine del Lupacchini. Egli, profittando della non repristinazione del Monastero di S.Croce, non solo di averne la Chiesa parrocchiale e la parte superiore del fabbricato a residenza del parroco; ma inoltre si adoprò che anche l'opera della Chiesa ne venisse giovata. Ed ecco cosa fece a tal'uopo.
Il Monastero aveva per la sua sagrestia due Censi, l'uno contro Gaetano e Carlo Cardinali per la somma di scudi 18,75 l'altro contro Luigi Landi da Panicale per scudi 200. Ambedue i Censi si ottenne che per decreto di monsig: Canali 20 Maggio 1818 rimanessero alla medesima Sagrestisa, benché convertita in Parrocchiale. Questi Censi subirono un passaggio. Il 1.mo, in sorte di scudi 30, fruttifero al 6%, venne imposto a Pasquale Maoretti fu Andrea di Trevi con atto del notaro trevano Giovan B.sta Fontana [Fondana] del 21 Maggio 1849, garantito da ipoteca iscritta all'Ufficio di Spoleto, in ultima riferma, il 12 Febbrajo 1881. L'altro in sorte di scudi 200, fruttifero al 6 per % fu imposto da Costantino del fu Pietro Stella da Orsano a rogito del notaro spoletino e cancelliere vescovile Luigi Cruciani dell'11 Marzo 1846, garan<121>tito da ipoteca rifermata in ultima iscrizione dall'Ufficio di Spoleto.
Questi due Censi si ebbero così acquistati a costituire l'uno e vero patrimonio della sagrestia, e di poi venne accresciuto in questi ultimi tempi dal locale di S.Croce dall'annessione della Fraternita, come si dirà in appresso.
Del resto, altro introito ebbe per opera dello stessso Lupacchini la Sagrestia sebbene, non come prodotto d'un cespite di rendita, ma come compenso dovutole per la soddisfazione dei legati dell'Orfanotrofio e di Natili, come già si era avuto dal prelegato Costa, detto di sopra.
Pel decreto di Monsig: Canali i legati di Messe ad onere dell'ex Monastero di S. Croce passati all'Orfanotrofio di S. Bartolomeo, vennero mantenuti nella Chiesa di Santacroce per la soddisfazione da eseguirsi dal Priore e dai Cappellani con retribuzione della elemosina di bajocchi 17.½. Con questo però che i celebranti dovessero sopra ciascuna elemosina rilasciare a favore della Sagrestia a titolo di compenso, bajocchi 2 e ½, restando ad Essi il netto di bajocchi 15 secondo la tassa sinodale allora vigente. Così sul numero di Messe 193 bajocchi 482 pari a lire 25,93 - Altrettanto si fece sul legato Natili che sta ad onere della Massa Comune. Però in questo non s'impose un rilascio in ragione dell'elemosine delle Messe 30, ma sopra il reddito dello stesso legato, sul quale il rilascio fu imposto per scudo 1,50 pari a £ 7,98.
In passato la Chiesa antica di Sª Maria del Riscatto, chiamata la Fraternita, di cui al N°.57 carta 73, costituiva un ente a sé, amministrato dal personale di Santacroce. Ora per i suoi piccoli e cattivi stabili sono stati uniti all'Opera della Chiesa. <121v>
Un altro aumento è stato quello del locale di S. croce, di cui già si è fatta parola al N°.59 carta 74. Nondimeno, mi si perdoni la superfluità, torno qui a ripetere in buona parte il già quivi detto, perché mi piace ribattere più profondamente il chiodo ivi conficcato sulla vera proprietà del locale, ad esclusione, anzi in contradizione della nominale e strettaente legale, ma non legittima intestazione catstale di essa.
Infine accenno le due questue chz si fanno a favore della Sagrestia; l'una nell'interno della Chiesa nelle sacre funzioni, produttiva all'incirca di £ 15 a l'anno, l'altra esterna sul grano e sull'oliva per le Quarantore in Pasqua, questa esercitata da due donne della Parrocchia, l'una nubile e l'altra coniugata, nominate dal parroco.
 
All'esposizione dell'Attivo dovrebbe farle riscontro quelle del Passivo. Ma in ordine a questo, mi limito a qualche annotazione, essendo tutto il resto superfluo, poiché viene ad apparire dal prospetto in appresso.
1°. Il vino per le Messe, tanto la Parrocchiale quanto quella dei legati, sta a carico dei rispettivi celebranti.
2°. Si raccomanda di fare ogni anno alla porta magiore della Chiesa, sull'entrare della primavera la verniciatura a due mani di solo olio di lino in alternativa biennale.
3°. In ordine alle due tasse - manomorta e fabbricato vale quanto si è detto disopra.
4°.E' cosa buona ancora qui il ricordare una funzione religiosa istituita di recente, che è attribuita alla sagrestia con suo leggerissimo onere- La Chiesa e la Parrocchia, col volgere dei tempi conta dei pii benefattori, traq i quali quattro sono i principali e così i più benemeriti. La riconoscenza, che <122>è la virt forse la più obliata nella vita sociale, deve essere però ricordata nella Chiesa. A tale effetto è stata introdotta la pratica di celebrare una messa cantata funebre a suffragio dei detti benefattori e soprattutto dei quattro primari. E all'oggetto di confermare tal pratica e mantenerla sempre in vigore, è stata iscritta in una parete della Sagrestia un epigrafe commemorativa, oltre mostrare un segno di onoranza alla loro memoria. Questa funzione è fissata al giorno immediatamente seguente alla festa di S. Fabiano titolare principale della Parrocchia. Ma si dirà: perché non farla più congruentemente entro l'ottava della Commemorazione dei Fedeli Defonti?- Peché resterebbe poco meno che aszsorbita dal mese dei Morti nella Chiesa del Crocefisso.
5°.Il salario al chierico è variabile. Se nella Chiesa si adempisse la soddisfazione dei legati giornalmente, £ 20 ad anno non dovrebbero bastare, ma quando ciò non si caccia per defficenza del personale celebrante o altro impedimento, come avviene al presente, £ 6 bastano.
6°. In ordine al locale di S. Croce, ancorché al presente l'opera della chiesa nulla percepisca dell'attivo di esso, che consiste nei vivaji, spettante questo, in rimborso, ad Isidoro Valentini; pure ne sostenere il passivo per la manutenzione e tassa del fabbricato.
7°. In ultimo si fa osservare che le cifre le quali si appongono ai rispettivi articoli del passivo, come anche dell'attivo, sono alcune meramente approssimative. In modo particolare la riscossione degli annui interesi die Censi è molto difficoltosa per la renuenza dei debitori e la di loro lontananza.
Ora siamo in grado di riepilogare tutto il detto sull'Attivo e Passivo col seguente
<122v>0 PROSPETTO DELL'OPERA DELLA CHIESA
__________________________________
 
ATTIVO

1°. Dal Prelegato Costa Lire 133 133,00
2°. Dal Legato Natili            " 7,98
3°. Dal rilascio dei Cappellani sulle
elemosine dell'Orfanotrofio " 25,93 25,93
4°. Dal Censo Stella " 63,84 63,84
5°. Dal Censo Maoretti " 9,57 10,00
6°. Dal Canone delle Stimmate " 1,20
7°. Dalla Questua annuale in Chiesa " 15,--
___________________
Totale all'Attivo Lire 256,52 232,77
                                         ___________________
 
PASSIVO
 
1°. Salario annuo al Sagrestano " 4O,-- 40
2°. idem al Chierico " 6,-- 6
3°.     idem ai Campanari " 40,-- 40
4°. Cera - ceri 4 da chilo 1,330 l'uno
in tutta chilog.5,320 a £ 1,80 " 9,58 20
Candele 40 paqri a grammi 112-chili                          
4,480 a £ 1,80 " 8,02 15
5°. Bucato, stiro e rammendamenti e ostie " 16,-- 16
6°. Manutenzione dei fabbricati " 15,-- 10
7°. Manutenzione delle suppellettili
della Chiesa " 5,-- 5
8°. Carbone " 1,50 4
9°. Incenso " 1,25 2,50
10°. Tassa " 27,58 27,58
11°. Spese impreviste " 5,-- 5
______________________
    Totale del Passivo Lire 174,93 196,08
 
[aggiunta posteriore Attivo 232,77 -
a matita,come la 2ª Passivo 196,08
colonna] ______________
=36,69 (Senza ? ? ? )
 
PAREGGIATO
 
L'Attivo £ 256,52
Col Passivo " 174,93

____________

Risulta un sopravanzo di " 81,59
____________
 
In ordine al locale di Sª Croce, l'Opera della Chiesa presentemente nulla percepisce del suo attivo, che consiste nei vivaji, perché questo va ad Isidoro Benedettti-Valentini in rimborso delle spese .......... fatte da lui per fortificazioni del fabbricato che minacciava, nonché pel suo ristabilimento interno dopo la decadenza gravissima, per l'impianto dei vivaji.
 
In ultimo mi sembra qui un posto opportuno per la nota degl'incerti che si costumano appartenere alla Sagrestia e al personale inserviente la Chiesa.
 
ALLA SAGRESTIA
Nei funeri e negli Offizi pei defonti, quando
venga sonata la campana maggiore              Lire 2,56
Nei medesimi offici, ma non nei funeri, per
compenso di consumo di cera ed altro " 1,50
 
AL PARROCO
Per l'associazione dei defonti, adulti e pasrgoli " ",50
Per la pubblicazione dei matrimoni " ",75
Nei funeri ed Offici per la Messa cantata
la doppia lemosina.
 
AI CAPPELLANI
 
Nei funeri e Offizi a ciascuno che canti alla
Messa cantata                 " ,50
<123v>
AL SAGRESTANO
Nei funeri £ 2,--
Negli Offici " 1,50
Nell'associazione dei pargoli " ,50
Nelle Quarantore in pasqua " 4,--
Nella festa di S.Antonio " 4,--
Nella festa del Sagro Cuore, a carico del
rispettivo legato              " 1,50
Nella festa di S. Fabiano, a carico del parroco " 1,50
 
AL CHIERICO
Nei funeri e negli Offici " ,15
Per l'associazione dei defonti, adulti e pargoli "   ,15
Nella festa di S. Fabiano, a carico del parroco " ,50
 
AI CAMPANARI
Nelle Quarantore in Pasqua, a ciascuno " 2,--
Nella festa di S.Antonio, a ciascuno " 2,--
Nei funeri ed Offizi, quando suonano con la
campana maggiore " 2,50
 
<124>
SERIE DELLE RIFORME IPOTECARIE DEI CENSI
 
 
DEL CENSO AMURETTI DEL CENSO STELLA
 
Riformata l'ipoteca                    Riformata l'ipoteca

il 12 Febbº 1881 il 12 Febbº 1881
 

 

 

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