Home - ProTrevi Appuntamenti Ricettività11 E-mail ProTrevi

Don Eugenio Venturini

 

Parrocchia di Santa Croce in Trevi. Memorie

 

<109>

CAPO 14°  -   IL BENEFICIO DEL PRIORATO

 

 

sezione precedente
 
  indice del manoscritto
 

sezione successiva
 

Nota:Tra parentesi acute < > è riportato il numero della carta (foglio). Eventuali parole divise tra due pagine sono state trascritte per intero nella pagina che precede.

 

Il testo in colore, tra parentesi quadre  [   ] è stato aggiunto all'atto della trascrizione

 

 

 

75°

Nell'esposizione di questo è bene distinguere tre periodi.

Il 1º, che potrebbe chiamarsi l'antico, fino alla prima traslazione della sede della Parrocchia.

Il 2º, da questa fino al Priorato di Lupacchini.

Il 3º, che è il contemporaneo.

 

In ordine al 1º ho ben poco da dire, unicamente cioè che aveva la casa attigua alla Chiesa di S. Fabiano coll'orto annesso, e possedeva, per qaunto mi è capitato di rilevare da qualche cartaccia, un 93 appezzamenti di terra. Questi però erano frustoli, dispersi in posti anche remoti. Di questi rimangono ancora sei o sette, i più vicini.

 

Nel 2º periodo la Prebenda venne accresciuta della porzione ad essa incorporata in 19 appezzamenti di terra oltre sei fondi urbani nella Costarella di S.Costanzo, dei quali, tre in case ed altri in un vano solo; e questo avvenne nella creazione delle Cappellenie. E perciò i fondi rustici dopo ciò si accrebbero fino a circa 72.
 
Il 3º venne iniziato da Nicola Lupacchini. Egli operò molte permute, nelle quali costituì il Beneficio allo stato presente nella sua possidenza rurale. Fece molto, e poteva anche farlo, perché al suo tempo gli atti notarili occorrenti, erano di un costo tenue. Disgraziatamente però dei
<109v>
suoi atti non è rimasto neppure uno nell'ammasso delle cartacce. Furono invocati dal fratello e nepote, perché ambedue e canonici: e perché? Mistero per noi.
Ora si vorrebbe che io facessi una descrizione dettagliata di ogni terreno coi rispettivi dati catastali. però me ne dispenso, perché il governo viene facendo un nuovo catasto per tutti del regno, operando man mano in ogni provincia, finché finalmente dovrà giungere anche alla nostra Umbra. E allora il Successore, o i Successori, suppliranno, perché pare che l'operazione vada a rilento. E così la mia infingardagine resta ben favorita.
Il Beneficio consta di tre cespiti -Fondi urbani, fondi rurali, Certificati sul debito pubblico.
Fondi urbani consistono in quattro fabbricati situati nella Piaggia.
La Canonica, ossia casa parrocchiale, risultante di due piani; vasta, solida, salubre, ma di temperatura molto fredda nella stagione invernale, fornita di ogni comodità per le bisogna domestiche - E qui giova ancora ripetere quello che già ampiamente si è esposto al N° 59 ( ?? ) cioè che la parte inferiore del fabbricato, cioè quella sottostante ai due piani anzidetti, benché nell'istromento di affitto e nella rispettiva voltura intestata alla Parrocchia, in verità non le appartiene punto, sibbene alla Sagrestia, cioè all'Opera della Chiesa.
Ha un orto annesso, non piccolo ma di scarsa rendita, avendo un suolo di ìpoca fertilità e per la qualità sui propria e per la situazione, nello inverno di pochissimo assolamento, nell'estate, di
<110>
bruciore nel meriggio e di poi; e di più infestato da una miriade d'insetti divoratori.
Due case stanno in Via Della Piaggia, l'una di rincontro all'altra. Questa, in buono stato, avente luce, aria e bel prospetto sulla vallata sottostante. Ha il diritto di attingere l'acqua nella cisterna interna della casa attigua, la quale perciò resta onerata a favore di essa, dalla servitù passiva dell'acqua: servitù, che ora non is può desumere dai documenti, o non più esistenti o irreperibili; ma dall'osservanza e dall'uso costante - L'altra casa, suboscura, umida, con murati mezzo fradici. Trovato da me in condizioni cattive, ho dovuto più volte provvedervi: riparazioni ai muri, la scala nuova, cambiato il posto all'uscio, un untercapedine alla stalla ed altri minori lavori. Avrebbe meritato piuttosto la demolizione che i restauri e i miglioramenti.
La quarta casa, quella componente il fabbricato unito alla già Chiesa di S. Fabiano. Antica fino al fondo più bujo del medio evo, porta tutti i caratteri significativi delle costruzioni monastiche. Questa pure l'ho trovata in uno stato piuttosto pessimo che cattivo. Oltreché dei suoi inquilini, per la loro onestà e buonafede poco si è potuto riscuotere dai fitti; di più ha importato una spesa non lieve il mantenerla abitabile: una finestra nuova, tutti gli infissi nuovi a tutte le finestre e le porte, grandi riparazioni ai tetti, un broccaio nuovo, una condottura dell'acqua di scolo al cisternone e altre opere minori. Ha un orto sottostante, di cui un lembo in precipitoso dirupo: discretamente ferace nell'inverno, e bruciato nella estate.
A questo articolo dei fabbricati mi permetto di
<110v>
aggiungere due parole sulle capanne, l'una nel terreno del Fiume, l'altra in quello della Contea. La prima era, in buona parte, cementata col fango della strada nazionale. Io ho avuto la buona ventura di trovarmi al disolvimento di quei murati. Si dové ricostruire più che per metà. L'avrei voluta alzare di più; ma ebbi la debolezza di cedere all'intromettenza del colono mentre asseriva che stava bene di lasciarla all'altezza primiera. Sbagliai: come per lo più avviene a chi si adagia alle chiacchiere dei contadini- L'altra, della Contea, fu costrutta a contratto di cottimo; e la solita onestà nella esecuzione di tali contratti apparve subito chiara. Per quest'opera era stato venduto, colle debite facoltà ecclesiastiche e civili, un appezzamento obicato presso all'estrema bassura, di alberi piccoli benché vecchi e totalmente scalzati al loro piede, perché dall'appaltatore della costruzione della nuova strada per la stazione ferroviaria, il famigerato Fioretti, nottetempo era stata rubata la terra a tutto l'appezzamento, la quale gli occorreva per l'innalzamento della strada istessa sopra il livello del piano circostante. Questo avvenne nella vcanza del Priorato dopo la morte dello Scaringi. Alla storpiatura della capanna fatta da quel galantuomo del cottimo dovetti riparare con la spesa di cento lire. Ho messo qui sulla carta questa bazzecola per un piccolo sfoco della mia indignazione.
Questo annetodo grazioso mi richiama ad un altro di più leggiadra furfanteria. La prima delle due case in via della Piaggia, sopradescritta, è rimasta dimezzata. L'altra metà venne alienata. Il Priore
<111>
Scaringi per fare quelle canali che stanno nella cantina della casa parrocchiale e alcune piccole serre sulla fossa fiancheggiata dalla strada vecchia che dalla città conduce al Borgo e dal terreno del Priorato, che, a meglio precisarne l'indicazione, lo chiamerò del Fossone, chiese ed ottenne dalla condiscendente autorità ecclesiastica la facoltà di vendere la detta metà della casa, coll'intento di comprarla Esso stesso. Nella vendita figurò acquirente il Fioretti, suo amico e socio di speculazioni industriose. Alla notizia della morte inaspettata e repentina dello Scaringi, il Fioretti, che godeva di tutta l'intimità della famiglia, vi corre a sfogliare le carte del defunto, e ne sottrae la dichiarazione da sé rilasciategli per l'accordo, concertato tra ambedue, dell'acquisto simulato. Dopo di che il Fioretti si mostrò assoluto proprietario e, come tale, in appresso ne fece la vendita. Scaringi perdé la spesa dei lavori fatti, il beneficio, la casa, Fioretti si godé tutto.
 
FONDI RUSTICI
Questi sono venticinque, dei quali, sette olivati; diciotto seminativi.
Gli oliveti, meno due collocati ad una certa altura, gli altri cinque stanno in basso; situazione infelice, e dipiù, ormai da circa venti anni colpiti da una infezione chiamata volgarmente Occhio di Pavone. E questi sono, il meno degli anni di mediocre, e il più di quasi nullo reddito.
I nove terreni nella adiacenza di Borgo sono di buona fertilità, meno uno, quello già da noi chiamato del Fossone. Quello che si distende lungo la sponda destra del Clitunno, per la sua estensione, piuttosto
<111v>
che campo merita di essere chiamato Tenimento.
Nella mappa di Cannajola vi sono otto terreni, tra i quali il tenimento della Contea. Questi mostrano la loro bontà, quando le pioggie primaverili non vengono ad infradiciarli, come non di rado avviene, e poi con tutto il conseguente corredo degli insetti roditori. La Contea avea una piantagione eccellente fattavi dall'operoso Lupacchini, dopo chei (???) compita quella del tenimento del Fiume. Ma i fittajoli che l'hanno sempre tenuta in passato fino a mio tempo e i cannajolesi, quando più quando meno, l'hanno tenuta per il loro bosco ceduo.
Nel Casco dell'Acqua havvi un terreno di non molta entità.
In un angolo dei più remoti della Piaggia vi sono due frustoli di area di case distrutte, tenute a vivajo.
 
CERTIFICATI DI RENDITA SUL DEBITO PUBBLICO
Questi sono cinque, dei quali, due soltanto intestati al Beneficio parrocchiale, gli altri tre alla Chiesa, ma erroneamente, perché in verità appartengono alla stessa Parrocchia. Questa rendita ha la sua genesi nelle diverse espropriazioni subite dal Priorato in alcuni appezzamenti di terra per la costruzione della Ferrovia ed il dilatamento dell'area della stazione per la costruzione della strada intrappresa dal Comune dapprima per Spoleto, ma poi, sopraggiunta la ferrovia, venne indirizzata a Borgo e per essa alla stazione. Gli espropri, come ora si è detto, toccarono alle terre del Priorato e non alla Chiesa, la quale non ne [ha] avuto mai un minimo che. Ciò si dice
<112>
da me per mostrare tutta la verità della cosa, in emendazione alla falsità dell'intestazione dei tre sopradetti Certificati; falsità che, in progresso di tempo ignorandosi lo stato delle cose, potrebbe dare, anche in tutta buonafede, occasione e motivo ad efracidarne (????) il Beneficio parrocchiale
Intanto ecco qui appresso in prospetto

 

SPECIFICA DEI CERTIFICATI

 

   

R E N D I T A

 

Dati di ogni Certificato

Lorda iscritta

Netta
dalla Mobiliare

Al Beneficio parrocchiale di S.Croce e dei Ss.i Fabiano e Filippo in Piaggia di Trevi - Roma 21 Maggio 1891-N°959-335 £. 25 20

 

 

Al Beneficio parrocchiale di S.Croce dei Ss.i Fabiano e Filippo della Piaggia di Trevi - Roma 24 Giugno 1891-N° 962- 662                    

10 8

 

 

A favore della Chiesa di S.Croce di Trevi - Roma 30 Xbre 1890-N° 947, e 42

5

4

 

 

Alla Chiesa di S.Croce in Piaggia di Trevi -Roma 8 Marzo 1892 - N° 984,659

5

4

 

 

Al Beneficio dei SS.ti Filippo e Fabbiano in Piaggia di Trevi, diocesi di Montefalco -Roma 5 Aprile 1869 - N° 186,96 " 

27

       21,60    

 

 

TOTALE DI LIRE

72

57,60

 

 

Qui si avverte che i primi quattro certificati sopra notati stanno al 5 per %; e il quinto sta al 3 per %. In questo medesimo ultimo certificato si dice -della Diocesi di Montefalco - perché al tempo di quella
 <112v> data 1869,

Trevi era compresa nel Subeconomato, esistente allora in questo luogo, ma che poco vi durò. Questa sede poi di Subeconomato per soprapiù di errore venne chiamata ancora Diocesi.

Da poco fa, aprendosi dalla Bonificazione Umbra un ampliamento dell'Alveo di S.Lorenzo, venne tagliata una lista di terra al terreno di Casco dell'Acqua.
  


 

Il Beneficio, come scorta della colonia, possiede coppe dieci di grano pari a 40 doppi decalitri. Non so da chi sia provenuta questa beneficienza; so peraltro che è giunta fino a me. Non manco di farne qui memoria per lume e norma ai Successori; come ne ho fatta esplicita dichiarazione all'Ufficio del Subeconomato di Spoleto. ora incombe a chi di ragione il dovere, in ogni vacanza del Beneficio, esigere dall'investito rinunciante o dagli eredi del defonto la detta scorta, perché il Beneficio non ne risulti frodato.

Il Priore, come già si è esposto al Capo VI. N°32 non è solamente parroco, ma anche Cappellano, e, come tale, ha in egual grado, come gli altri Cappellani, il dritto alla quota sull'annuo reddito della Massa Comune, siccome nella stessa proporzione è tenuta agli oneri delle Messe alla stessa massa spettanti. Altrettanto gl'incomba pei legati Tini in S. Antonio, pei quali deve soddisfare la quarta parte del numero totale delle 83 Messe, perché anch'egli fruisse della distinta della Cappella, benché incorporata al Beneficio parrocchiale.
<113>

In ultimo, per integrare la esposizione di questa materia, dovrò menzionare un'altro cespite per quanto tenue, non contenuto nel Bneficio, ma riflettente la persona del beneficiato. Voglio dire quello chiamato - l'Incerti di cotta e stola, ovvero, di stola bianca e nera - E' sanzionato dalla consuetudine universale, che io, per esser tale, rispetto, ma a cui non fo nessun buonviso, incominciando dal canestro delle uova, che il Parroco, insieme col piletto dell'acqua santa porta in giro di casa in casa nella benedizione della Settimana Santa, a guisa di un accatto, non mendicato ma dovuto e da esigersi. Io opino che la consuetudine degl'Incerti abbia avuto un giusto e rispettabile esorgimento, quando il Clero viveva delle oblazioni dei fedeli. Ma dopo che dalla pietà di essi è stato provveduto di rendite proprie colla costituzione dei Benefici, sembrami che la continuazione non sia più conveniente e onorevole. E' vero che questi Incerti si traggono dai servigi religiosi fatti ai particolari. Ma non è anche vero che questo è un obbligo inerente allo ufficio del Parroco, come qualunque altro reso a tutta la università? Basta: lasciamo questa chiacchierata; del resto quisque abundet in sensu suo; e rimetto la nota degl'Incerti al capo seguente per unirli tutto un corpo a quelli della Sagrestia e degl'inservienti della Chiesa.

Chiudo l'articolo con un cenno ormai divenuto storico - Nei tempi passati, il Priorato, come ogni altra parrrocchia, aveva ancora il dritto alla Decima sopra le singole famiglie domiciliate nel suo territorio. Essa peraltro era tenue e proporzionata alle diverse condizioni; nondimeno di difficoltosa esigenza, come accadeva da per tutto, ma specialmente in questa, forse
<113v>
la più numerosa di poveri tra tutte le altre. Colla introduzione del governo italiano, per decreto del Commissario regio per l'Umbria, Gioacchino mar: Pepoli di Bologna, nel 1860 abolite le Decime, né i Parroci né il popolo parlarono più di esse.

 

Fin qui l'attivo del Beneficio. Ora poche parole sul passivo che risulta da diversi capi.

 

1º Le tasse - Queste al presente, e già fin dal 1866, a cura del celebre finanziere Quintino Sella, sono gravosissime, e ammontano, in un complesso approssimativo, a £ 679.75, e sono quelle inerenti al Beneficio; e poi le altre, proprie del beneficiato: la mobiliare sugl'incerti, fuocatico, bestiami- Sotto il governo Pontificio non superavano gli scudi 98 pari a £ 202,1/6, come rilevo da uno inventario del Lupacchini. L'unificazione politica della Nazione, meno alcune sue membra, ancora irredente e facenti parte di quattro corpi stranieri; e di più l'elevazione al grado di grande Stato partecipante al convito delle grandi potenze europee, ci costano ben gran prezzo. Dalla Manomorta sono state da poco fa esonerate non poche Parrocchie; ma per questa, per quanto mi sia adoperato, non ci è stata pietà, a motivo della elevatezza dell'estimo catastale. E qui poi torno a ricordare il già detto al capo 19° n° 59 che nella Manomorta e nel fabbricato del Priorato si trovano incluse le omonime tasse del locale di Santacroce spettante all'Opera della Chiesa. Queste dunque debbono ogni sanno essere scaricate dalla Parrocchia e devolute a carico della stessa Opera.

2º. Olio per la lampada - Nulla da documenti, ma da consuetudine antica ci risulta che il Parroco deve provvedere l'olio per la lampada del SS.mo Sagramento
<114>
nella Chiesa parrocchiale.

3°. Festa di S. Fabiano - In questo giorno il Parroco oltre a provvedere all'occorrenza della Celebrazione, dà il pranzo agli addetti alla Chiesa: Cappellani, sagrestano, chierici e campanari, e allo stesso sagrestano £ 1,50, al chierico £ 0,50. Di più alle singole famiglie della parrocchia un soldo per ciascuno nei loro componenti, e alle primarie, in luogo del soldo, una cacchiatina di sei panetti bianchi.

4°. Festa della Candelora - Il Parroco provvede la cera da distribuirsi. Alla famiglia Valenti una candela da sei oncie: ai Cappellani e alle famiglie primarie una candela da tre oncie: al sagrestano e ai chierici, da una oncia. Le consuede candeline al popolo.

5°. I Fondi Rustici e Urbani - Questi sono da mantenersi, e, possibilmente, da migliorarsi, benché in passato tal cosa, nella generabilità delle Parrocchie e anche in questa, ad eccezione del Lupacchini, sia stata non poco trascurata.

6°. Il Legato di Messe - I due propri del Priorayto e gli altri della Massa Comune e della distinta delle Cappelle per la parte che riguarda il Patrroco.

7°. La Comunione agl'Infermi - É ad onere del Parroco, per antica consuetudine, provvedere la cera per l'accompagno pel trasporto del SS.mo Sagramento.

8°. Le Case Coloniche - Uno sconcio grave di questo Beneficio è la mancanza di queste. Non ho potuto fare case coloniche, diceva qualche volta su l'ultimo stadio del suo viaggio terrestre, mirando indietro a ciò che aveva fatto, il buon Lupacchini, ne lasciò il pensiero ai Successori. Ma temo che l'aspirazione di quel buonomo abbia sempre a risolversi
<114v>
in una lusinga. Il peggio poi è stato sempre per la Contea, che per tal motivo ha dovuto in ogni tempo, fino al mio possesso, stare sotto le unghie rapaci dei fittajoli con la devastazione degli alberati.

 

Ora a mettere sotto un colpo d'occhio tutto lo stato del Beneficio nella duplice parte, ecco il seguente
 
PROSPETTO DELLO STATO ECONOMICO DEL PRIORATO

 

ATTIVO LORDO                                                                      PASSIVO

1°. Prodotto di tutti i terreni

 £ 1875

 

 

1°. Tasse

£  675,

75

2°. Prodotto di tre caseggiati

"    100

 

 

2°. Olio per la lampada

"     36

 

3°. Interesse sul debito pubblico

"     57

,60

 

3°. Festa di S. Fabiano

"     55

 

4°. Della Massa Comune

"    120

 

 

4°. Festa della Purificazione della B.V.

"       3

 

 

 

 

 

5°. Manutenzione dei fondi Urb.i e Rustici

"     60

 

 

 

 

 

6°. I Legati da soddisfarsi

"     58

,35

 

 

 

 

7°. Comunione per gli infermi

"       1

 

 

 

 

 

8°. Fitto di una casa colonica

"     40

 

Totale di

£ 2152

,60

 

Totale di

£ 929

,10

 

BILANCIO
L'Attivo lordo £. 2152,60. Depurato del passivo £. 929,10. Resta al Netto di Lire 1223,50.

 


<115>

La descrizione dello stato del Beneficio giova che venga corredata di qualche osservazione-
Esso ha una cassa certamente considerevole che lo distinque da non pochi altri sotto questo rispetto. Però, allo stato attuale della produzione agricola in generale, e nella specialità di questo, al possedimento si trova scadente per diverse deficenze.

 

La Contea con gli altri terreni nella mappa di Cannajola manca di casa colonica, e ciò ha portato per effetto la necessità dell'affitto perpetuo in passato con la quasi distruzione dell'alberato, che, in ordine alla sua vitalità, avrebbe potuto ancora ben lungo durare. Fu piantato dal Lupacchini, dopo quello del Fiume circa il 1830. La stessa mancanza dovrebbe parimenti deplorarsi nel podere del Fiume se non vi si potesse provvedere colla locazione della casa attiqua alla Chiesa di S.Antonio, spettante ad una delle Cappellenie- Il vitame colpito nel prodotto dalla crittogama fino dal 1850, e nell'albero dalla peronospera dal 1888 è ridotto alla metà della sua fecondità. Gli oliveti, ad eccezione di due situati ad una certa altezza, tutti gli altri, affetti di quel morbo, chiamato dai contadini toscani "Occhio di Pavone" e di più colpiti da frequenti geniverne [=galaverne?], ben poco rendono e talvolta niente. E poi qui si parla di un altro guajo, niente minore, quello di cadere in mani di coloni o sciagurati o guastamestieri o anche infedeli e senza scrupoli perché questo è cosa estrinseca al beneficio, benché ad esso non dirado aderente e la più malefica. E qui mi si potrebbe dire -E tu che ci hai fatto? Poco - Nondimeno credo di lasciar
<115v>
meglio quella che ho trovato: i terreni per bonifici, per la riparazione le case, delle quali due erano in pessimo stato. Avrei fatto di più, se non mi fossi trovato oppresso dalla gravezza dei dazi, depauperato dall'esteirimento degli ulivi e della vite, tradito dalla sciaguratezza bugiarda e cucciuta dei coloni nonché della loro infedeltà.

Ora per questa agricoltura locale, furiera di giorno più bello sembra sorgere una aurora, preceduta già da una alba più serena. Da circa un trentennio (oggi 1904) in questi luoghi ha cominciato ad eccitarsi un moto di miglioramento nella coltivazione, moto che destatosi per l'influenza europea nell'Alta Italia, ebbe preso a dilatarsi lentamente fino a noi, e prosiegue il suo procedimento verso il sud della penisola. Però, fin quasi a questi ultimi giorni l'avvantaggiamento si operava sulla agricoltura empirica. Ora però sopra di questa ancora comincia ad alitare la scienza, cioè l'Agronomia. Cominciano ad introdursi nuovi strumenti agrari, si incomincia a conoscere il valore della terra vergine, ad apprezzare i concimi chimici, ad intendersi la virtù fertilizzante delle leguminose e di alcune specie di foraggi; e così via via degli altri espedienti trovati ed utilizzati dalla scienza. Tutto questo però sta come in embrione, il quale tarda a svolgersi e crescere per la nostra indolenza e per lo aggravio delle imposte che il governo ha fulminato sopra le terre, come sopra ogni altra industria e risorsa.


[Aggiunta a matita (Bonaca?)] Titoli della Cappellania IIª dei SS Fabiano e Filippo: N. 523039 al 3,50% Valore nominale £ 500. Reddito annuo .. ?..

 
   
   
sezione precedente   indice del manoscritto

sezione successiva


Ritorna alla PAGINA INDICE

07Y


Associazione Pro Trevi - I-06039 TREVI (PG)
E-mail: protrevi@protrevi.com
© 1996-2023 by F. Spellani
Grafica e gestione: Explica s.r.l.
Aggiornamento: 27 aprile 2017.