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Proverbi Umbri raccolti da Oreste Grifoni

8 -  VIRTÙ – VIZI - MALI  ABITI (pagg. 45-47)

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Nota: Tra parentesi acute < > è riportato il numero della pagina.

 

<45>

1.

 

 - Abbi virtù e 'nte mancherà mai gnente.

 

2.

 

  - Sto chiusa a casa mia come 'na santa, véne a trovamene 'l diavulu e me tenta.

    La prudenza e la ritiratezza non bastano sovente a garantire da tentazioni e lotte.

 

3.

 

  - La pacienza cià lu manico corto.

 

4. 

 

  - Pacienza irritata diventa furore.

    Furor fit laesa saepius patientia. (SIRUS)

 

5.

 

 - Justu fu 'mpiccatu a La Storta (luogo ideale).

    Le persone giuste sono rarissime o, come vuole il proverbio, non esistono affatto.

     Rari quippe boni: numerus vix est totidem;

      quod Thebarum portae vel divitis ostia Nili.    (JUVENALIS : Sat 13, 26)

 

6.

 

  - Li galantomini so' ciechi da 'n occhio.

 

7.

 

  - L'umirdà è la scala de lu Paradisu.

    Qui se exaltat humiliabitur; qui se humiliat exaltabitur(S. LUCA : c. 14)

 

8.

 

<46>

 

  - L'oru non pija macchia

    L'uomo veramente virtuoso non macchia, per alcun fine, la sua coscienza.

9.

 

 - Virtù lodata, virtù svanita: - e

 - Chi se loda se sbroda (imbroda).

Lat.

 

 - Non te laudabis; propria laus foctet in ore.

   Qui se laudat, cito derisorem invenit (SIRO)

Franc.

 

 - Qui se loue, s'embouc.

 

10.

 

 - Le persone se stimono (o se cercano) quannu 'nce stonno più.

             ... amori postumi,

    Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta.(G. LEOPARDI)

Lat.

 

 - Post hominum cineres oritur clarissima fama.

 

11.

 

 - Diligenza passa scenza.

   La diligenza è strada a cose buone. Essa ci dà la possibilità di giungere ad alto sapere anche se non forniti di elevato ingegno.

 

12.

 

 - 'Na lingua zitta n'acqueta centu.

    Si astiene prudentemente dalle provocazioni.

 

13.

 

 - Orgoju porta cordoju.

 L'orgoglio porta ad azioni spiacevoli, di cui, poi, d'ordinario ci pentiamo.

  «Contritionemn praecedit superbia». (SALOMONE : Proverbi)       

 

14.

 

 - Baccu, tabaccu e Venere riducu' l'ome in cenere.

 

15.

 

 

<47>

 

 - Chi tocca lo mele se lecca le deta; - e

 - Chi amministra se minestra. 

 Per coloro che amministrando i beni altrui, fanno delle appropriazioni indebite. In Toscana si dice:
: «Fammi fattore un anno, se sarò povero sarà mio danno».

 

16.

 

 - Viziu de natura fino alla fossa dura.

Lat.

 

 - Natura expellas furca, tamen usque recurret.

 - Quod natura dedit, tollere nemo potest.

Franc.

 

 - Chassez le naturel, il revient au galop

 

17.

 

 - L'ome è cacciatore.

   Ha natura proclive ad allettare al male.

 

18.

 

 - Niciunu s'accorge de li vizi che cià.

   Trabem quae est in oculo tuo non consideras. (MATTEO: c. 7)

Abruz.

 

 - Niciunu vede le corne sie.

 

19.

 

 - A magna' e a bistimmia', tuttu sta a cumincia'.

 

20.

 

 - La vorbe butta lu pilu, no' lu viziu.

 

21.

 

 - Pe' la tigna 'nse trôa midicina. (Gualdo Cattaneo)

 

22.

 

 - Se l'immidia fosse frebbe, tutt' il mondo l'averebbe; - e

 - Se l' immidia fosse cacarella, se cacherino 'l frittu e le budella.

Franc.

 

 - L'envie est toujours en vie.

Dan.

 

 - Se l'invidia fosse peste, tutto il mondo sarebbe un lazzaretto.

 

23.

 

 - Chi le fa le pensa: - e

 - A lu corpu malusatu quellu che fa je véne pensatu.

Sic.

 

 - Omu de mala coscienza comu opera accucì pensa.

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